La maschera d’oro di Agamennone: sfatare il mito

La maschera d’oro di Agamennone: sfatare il mito

23.05.2025

Quali segreti cela l’antica scoperta di Schliemann?

 

L’archeologia conserva numerosi enigmi legati ad antichi artefatti e scoperte storiche. Solleviamo il velo del mistero e sfatiamo il mito sull’origine della Maschera d’Oro di Agamennone.

 

Luogo del ritrovamento

Nel 1876 l’archeologo ed etnologo tedesco Heinrich Schliemann condusse degli scavi nel Peloponneso, nell’acropoli dell’antica Micene. Dopo quattro mesi di meticolosi lavori, nei pressi della porta d’ingresso della città alta, lo studioso scoprì un prezioso artefatto: una maschera funeraria d’oro. Insieme alla maschera, Schliemann rinvenne numerosi ornamenti d’oro — orecchini, diademi, fibbie — all’interno di una grande sepoltura circolare. Il peso complessivo del tesoro ritrovato era di 15 chilogrammi. Schliemann era convinto di aver scoperto la tomba del leggendario re di Micene, Agamennone, del suo cocchiere Eurimedonte, della profetessa Cassandra e dei loro compagni, uccisi — secondo la leggenda — dalla moglie di Agamennone, Clitennestra, e dal suo amante.

Nella foto: Heinrich Schliemann – archeologo e imprenditore tedesco, considerato uno dei fondatori dell’archeologia sul campo.

 

Nota storica

Micene fu un antico centro della cultura micenea, considerata l’antenata della civiltà greca. La città si trova nel Peloponneso e risale al secondo millennio a.C. Oggi Micene si presenta come un sito archeologico in rovina.

Agamennone, secondo la mitologia greca, fu re di Micene, il più potente sovrano dell’antica Grecia, comandante delle forze greche nella guerra di Troia e una delle figure principali dell’epopea omerica, l’Iliade. Il re Agamennone era celebre per la sua nobiltà, il coraggio e le immense ricchezze.

Nella foto: la tomba di Agamennone a Micene, conosciuta anche come il Tesoro di Atreo, padre di Agamennone.

 

La maschera di Agamennone

Heinrich Schliemann non era un archeologo di professione, ma un appassionato autodidatta, profondamente affascinato dalla storia dell’antica Micene. Era ossessionato dall’idea di trovare la tomba del grande re Agamennone. Non sorprende, quindi, che abbia associato direttamente al sovrano miceneo la più bella tra le maschere funerarie rinvenute durante gli scavi. Fu proprio per questo che la battezzò “maschera di Agamennone”.

La maschera postuma è realizzata in una spessa lamina d’oro e raffigura il volto di un uomo anziano e barbuto, di tipo indoeuropeo: occhi ravvicinati, naso sottile, bocca pronunciata. Le punte dei baffi sono rivolte verso l’alto e ai lati del viso si notano le basette. Sono presenti anche piccoli fori per i fili con cui la maschera veniva fissata al volto del defunto.

Nella foto: la maschera d’oro di Agamennone

 

Mito e realtà

Col tempo, si è scoperto che l’ipotesi di Heinrich Schliemann secondo cui l’artefatto funerario appartenesse al re Agamennone era sbagliata. Gli archeologi moderni, studiando la maschera d’oro, hanno concluso che risale al periodo tra il 1550 e il 1500 a.C., dunque non coincide con l’epoca in cui si presume abbia vissuto il re di Micene. È emerso che questo prezioso reperto è molto più antico del leggendario sovrano miceneo. Nonostante ciò, la maschera funeraria d’oro continua a essere conosciuta con il nome di Agamennone.

 

Dove si può vedere la maschera?

La maschera d’oro di Agamennone, insieme ad altri artefatti funerari della cultura micenea, è conservata al Museo Archeologico Nazionale di Atene. L’etichetta recita: «Maschera di Agamennone, 1550–1500 a.C. Oro».

L’oro era apprezzato fin dai tempi più antichi — e un’ulteriore prova di ciò sono i più antichi manufatti d’oro mai rinvenuti, di cui potete leggere qui.

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