Oro vulcanico
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La crescente domanda di oro sta spingendo l'umanità a cercare nuove fonti di questa ambita risorsa. Gli scienziati cercano i depositi del metallo nobile che sono ancora intatti e aspettano di essere scoperti.
"Laghi preziosi" dentro i vulcani
I geologi dell'Università di Oxford hanno proposto un modo promettente per estrarre oro e altri minerali. Gli esperti raccomandano di prestare attenzione ai vulcani che nascondono ricchezze incalcolabili nelle loro viscere.
Nella foto: il cratere di un vulcano in ebollizione.
Ad una profondità di circa due chilometri, sotto i vulcani si formano delle cavità piene di una soluzione liquida di metalli preziosi: oro, argento e rame. Gli scienziati suggeriscono che le risorse da questa sostanza rovente possono essere estratte ad un costo inferiore rispetto al minerale che deve essere schiacciato e lavorato. Inoltre, il nuovo metodo dovrebbe essere meno dannoso per l'ambiente.
Inoltre, si prevede di ottenere energia geotermica dalle profondità calde, che sarà in grado di ricaricare le attrezzature dei minatori d'oro.
"Regali dall'eruzione"
Vale la pena notare che molti depositi di metalli preziosi a noi familiari si sono formati grazie ai vulcani. Al momento dell'eruzione, la miscela liquida sale sulla superficie della terra. Una parte delle sostanze viene emessa nell'atmosfera, mentre l'altra parte rimane nella crosta terrestre, si raffredda e si indurisce.
Nella foto: Il vulcano neozelandese White Island erutta circa 4,5 kg d'oro all'anno, ma molto di più del metallo rimane nei serbatoi naturali in profondità nel sottosuolo.
Secondo gli scienziati, quasi ogni vulcano dormiente o attivo contiene depositi di metalli preziosi in forma liquida. E questo significa che il metodo proposto per l'estrazione dell'oro ha ottime prospettive.
Potenziali difficoltà e rischi
Tuttavia, non è così semplice. Per estrarre l'oro dalle viscere dei vulcani, bisogna perforare dei pozzi fino a due chilometri di profondità. Sono necessarie attrezzature speciali in grado di funzionare a una temperatura di circa 450°C.
Oltre alle difficoltà tecnologiche, c'è il rischio di provocare un'eruzione vulcanica. La probabilità di ciò è bassa, ma bisogna comunque tenerne conto.
Ci sono voluti cinque anni per studiare tutte queste sfumature. Ora gli scienziati dicono di essere pronti a condurre la prima perforazione sperimentale e stanno già cercando un luogo adatto per questo.
Secondo gli esperti, lo sviluppo attivo dei depositi sotto i vulcani può iniziare tra 5-15 anni.
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